Il
19 giugno La Risaia apre il suo
giornale con un articolo polemico dal titolo Il patriottismo di certi latifondisti. L'articolo, partendo dalle accuse
mosse dai socialisti di Tronzano ai proprietari della loro zona, lamenta della
«larghezza non eccessiva colla quale troppi proprietari concorrono alla
sottoscrizione pro-richiamati (…) vi sono degli egoisti che di nulla voglionsi
curare che non sia il loro personale interesse (…) e poiché da noi, nel
Vercellese, la proprietà terriera ha ricavato e ricava lucri soddisfacenti, è
giusto, è onesto, è patriottico che su di essa ricadano i pesi finanziari» (La Risaia 19 giugno ’15). Il giornale socialista però non si ferma qui e passa alla fase delle richieste affermando la necessità di una
legge che disciplini l’ entità di questi contributi: «non si potrebbe imporre una tassa di guerra di una lira alla
giornata al proprietario ed una lira alla giornata all’affittavolo?». Il
giornale muove quindi un appello al governo perché prenda questo provvedimento
e un appello ai consiglieri socialisti perché spingano per ottenere l'approvazione di questa richiesta.
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Mondine al lavoro nelle risaie |
La questione lanciata dalla Risaia viene ripresa tre giorni dopo su La Sesia. Il giornale vercellese, infatti, pubblica in prima pagina una lettera che risponde alla
polemica mossa dai socialisti di Tronzano tentando di difendere i proprietari
terrieri vercellesi. Nella lettera si afferma che fino a quel momento il vuoto lasciato nei
campi dai soldati richiamati aveva favorito «l’occupazione vantaggiosa delle
persone rimaste – e che quindi – gli effetti della guerra frattanto, almeno sin
ora, aggravano meno la situazione economica e patrimoniale delle popolazioni
campestri che la situazione economica e patrimoniale degli agricoltori. (…) Gli
agricoltori sono esclusi dai benefici che nelle epoche di crisi vengono
accordati agli industriali; i risicultori si vedono vietata la esportazione
della grande quantità di riso eccedente e persino dei più inutili sottoprodotti»
(La Sesia 22 giugno ’15) il tutto
peggiorato dal fatto che i Comitati istituti nei vari comuni sono a maggioranza
socialisti, parte politica non certo favorevole agli interessi degli agricoltori. La sintesi della difesa è dunque questa: gli agricoltori si stanno
già sforzando facendo molto per la popolazione, soprattutto sulle situazioni di
cui sono a conoscenza, e molte delle polemiche nascono da provvedimenti che più
che patriottici sono più politici.
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Soldati al fronte |
Il botta e risposta tra La Risaia e l'autore della lettera non finisce qui. Dopo aver dato spazio alla lettera, infatti, anche La Sesia decide
di mettere per iscritto il suo pensiero sulla questione. Con un editoriale che segue il testo della lettera il giornale afferma che
«l’impressione nostra è che, non Vercelli solamente, non solo il circondario ma
il Piemonte in genere non ha risposto con lo slancio che si aveva diritto di
attendere». Certo, sottolinea il giornale, Vercelli è stanca e ha già dato
tanto ma questa non può essere una ragione per fermarsi: «oggi non vi possono
essere limiti; si deve dare ancora, si deve dare di più, si deve dare sempre». Questo non è solamente un impegno patriottico, ma serve soprattutto a far sapere ai soldati e richiamati che le loro famiglie sono al sicuro, in modo che essi «non abbiano preoccupazioni materiali pei loro cari. Essi devono
sapere, che i loro concittadini garantiscono fraternamente i mezzi di
sussistenza per le loro madri, le loro spose, i loro bambini».
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