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Piero Lucca,
sindaco nel 1915 |
Il
23 maggio 1915 il governo italiano, guidato da Antonio Salandra, dichiara
guerra all’impero Austro-Ungarico (e non a quello germanico) sancendo, di
fatto, l’ingresso dell’Italia nella Grande guerra. Un ingresso che era già
stato deciso un mese prima con il Trattato di Londra (benché segreto) e che era
stato a lungo dibattuto nei giorni precedenti. L’annuncio quindi non sorprende
più di tanto la popolazione italiana e vercellese che si prepara in vista della
guerra imminente. Il 23 maggio viene convocato il Consiglio comunale (con tre
consiglieri assenti perché richiamati alle armi) dove vengono varate le prime
misure a favore delle famiglie dei militari richiamati e per necessità dovute
allo stato di guerra in atto. I primi soldi per queste operazioni vengono
raccolti da fondi che la città di Vercelli aveva istituito nel dicembre del
1851 e nel febbraio del 1868 a favore delle famiglie povere e dei feriti nelle
guerre di Indipendenza. Il tutto per un totale di 44.700 lire. Il resto
della seduta si limita a una serie di discorsi in cui tutti i partecipanti,
compresi il gruppo dei socialisti (nei giorni precedenti sempre schierati verso
il non intervento) che inneggiano all'unità nazionale e affermano che si
stringeranno «intorno al vessillo tricolore per la difesa della patria, e
riprenderemo a guerra finita la rossa bandiera dell’Internazionale» (La Sesia 25 maggio ’15). Mentre si sta
svolgendo la seduta, fuori dal municipio parte della popolazione dà vita a una
manifestazione patriottica spontanea, cui si uniscono Sindaco e consiglieri una
volta terminata la seduta del Consiglio.
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Monumento a Vittorio Emanuele II |
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Monumento a Garibaldi |
Questa
non è l’unica delle manifestazioni che vengono organizzate nella città di
Vercelli in quei giorni. Il 24 maggio, presso la chiesa di S. Agnese si tiene
una celebrazione «per i nostri soldati e per la patria – in cui, alla presenza
della Giunta, si pregò – invocando la vittoria per le armi italiane ed
auspicando alla maggior grandezza della patria»(La Sesia 25 maggio ’15) a cui segue, quasi paradossalmente, la
lettura della preghiera del Pontefice per la pace. Terminata la celebrazione fu
la volta di una manifestazione patriottica a cui, oltre a tutta
l’amministrazione comunale e associazioni varie spicca la presenza di un gruppo
«dei garibaldini due quali in divisa, e quello dei vecchi del ricovero veterani
delle battaglie dell’Indipendenza» (La
Sesia 25 maggio ’15). Le glorie del risorgimento sono poi protagoniste
anche del corteo che si snoda lungo le vie principali della città, sostando al municipio per «deporvi le corone ai monumenti a Vittorio Emanuele, Garibaldi,
Carlo Alberto, Umberto I e Cavour, davanti ai quali disse patriottiche e
applaudite parole il sindaco senatore Lucca» (La Sesia 25 maggio ’15); percorso che già alcuni studenti avevano
spontaneamente seguito il giorno prima dopo il Consiglio comunale e che
sottolinea quanto l’interpretazione della guerra (non a caso dichiarata solo
all’Austria) come “Quarta guerra d’indipendenza” fosse radicata in parte della
popolazione.
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Monumento a Cavour |
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Monumento a Carlo Alberto |
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Monumento a Umberto I |
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