lunedì 6 luglio 2015

L'Italia è in guerra! Vercelli si prepara alla nuova "battaglia per l'indipendenza"

Piero Lucca,
sindaco nel 1915
Il 23 maggio 1915 il governo italiano, guidato da Antonio Salandra, dichiara guerra all’impero Austro-Ungarico (e non a quello germanico) sancendo, di fatto, l’ingresso dell’Italia nella Grande guerra. Un ingresso che era già stato deciso un mese prima con il Trattato di Londra (benché segreto) e che era stato a lungo dibattuto nei giorni precedenti. L’annuncio quindi non sorprende più di tanto la popolazione italiana e vercellese che si prepara in vista della guerra imminente. Il 23 maggio viene convocato il Consiglio comunale (con tre consiglieri assenti perché richiamati alle armi) dove vengono varate le prime misure a favore delle famiglie dei militari richiamati e per necessità dovute allo stato di guerra in atto. I primi soldi per queste operazioni vengono raccolti da fondi che la città di Vercelli aveva istituito nel dicembre del 1851 e nel febbraio del 1868 a favore delle famiglie povere e dei feriti nelle guerre di Indipendenza. Il tutto per un totale di 44.700 lire. Il resto della seduta si limita a una serie di discorsi in cui tutti i partecipanti, compresi il gruppo dei socialisti (nei giorni precedenti sempre schierati verso il non intervento) che inneggiano all'unità nazionale e affermano che si stringeranno «intorno al vessillo tricolore per la difesa della patria, e riprenderemo a guerra finita la rossa bandiera dell’Internazionale» (La Sesia 25 maggio ’15). Mentre si sta svolgendo la seduta, fuori dal municipio parte della popolazione dà vita a una manifestazione patriottica spontanea, cui si uniscono Sindaco e consiglieri una volta terminata la seduta del Consiglio.
Monumento a Vittorio Emanuele II 
Monumento a Garibaldi
Questa non è l’unica delle manifestazioni che vengono organizzate nella città di Vercelli in quei giorni. Il 24 maggio, presso la chiesa di S. Agnese si tiene una celebrazione «per i nostri soldati e per la patria – in cui, alla presenza della Giunta, si pregò – invocando la vittoria per le armi italiane ed auspicando alla maggior grandezza della patria»(La Sesia 25 maggio ’15) a cui segue, quasi paradossalmente, la lettura della preghiera del Pontefice per la pace. Terminata la celebrazione fu la volta di una manifestazione patriottica a cui, oltre a tutta l’amministrazione comunale e associazioni varie spicca la presenza di un gruppo «dei garibaldini due quali in divisa, e quello dei vecchi del ricovero veterani delle battaglie dell’Indipendenza» (La Sesia 25 maggio ’15). Le glorie del risorgimento sono poi protagoniste anche del corteo che si snoda lungo le vie principali della città, sostando al municipio per «deporvi le corone ai monumenti a Vittorio Emanuele, Garibaldi, Carlo Alberto, Umberto I e Cavour, davanti ai quali disse patriottiche e applaudite parole il sindaco senatore Lucca» (La Sesia 25 maggio ’15); percorso che già alcuni studenti avevano spontaneamente seguito il giorno prima dopo il Consiglio comunale e che sottolinea quanto l’interpretazione della guerra (non a caso dichiarata solo all’Austria) come “Quarta guerra d’indipendenza” fosse radicata in parte della popolazione.
Monumento a Cavour
Monumento a Carlo Alberto

Monumento a Umberto I


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