mercoledì 3 febbraio 2016

Lamentele dei soldati dal fronte... Dove sono i nostri indumenti??

Baraccamenti invernali
(fonte www.14-18.it)
Dall'inizio della guerra molte lettere erano giunte alla redazione della Sesia dal fronte della guerra, che raccontavano la vita e le imprese dei soldati vercellesi negli scenari di guerra oltre a ringraziare i comitati e le Unioni femminili «Pro Soldati» per tutti gli invii di indumenti invernali e gli aiuti che vengono portati al fronte: «Sono lettere piene di entusiasmo – racconta il giornale vercellese – e di sentimenti della più affettuosa, devota riconoscenza: parole di bontà, espressioni di gioia, slanci di gratitudine, provocati negli animi generosi dei nostri bravi soldati dalla prova di gentile, fraterna, affettuosa solidarietà dei propri concittadini, della loro diletta Vercelli» (La Sesia, 14 dicembre ’15).

Ma da qualche tempo, informa il giornale, il tono delle lettere ha iniziato a cambiare. Non ci sono solamente missive di ringraziamento ma anche quelle di soldati «che si lagnano di essere stati dimenticati, di non aver ricevuto nessun indumento per la fredda stagione, mentre ne ricevettero i loro compagni di altre regioni». Una di queste, proveniente dai “Soldati Vercellesi sconosciuti della ** batteria d’assedio” viene riportata per intero dal giornale. «Dalle più alte ed aspre nevose vette del Trentino – dice la lettera – un gruppo di artiglieri Vercellesi puro sangue, che combattono col medesimo entusiasmo dei loro compagni, più fortunati, difesi dal freddo con gli indumenti di lana loro inviati dal Comitato Vercellesi – e assicurano che essi – dimenticati cittadini Vercellesi, sapranno fare il loro dovere di soldati d’Italia, anche senza tanti incitamenti dai loro concittadini».
Natale al fronte (fonte www.14-18.it)



Fronte alpino (fonte www.14-18.it)
Quali erano stati i motivi di quella dimenticanza? Il comitato di preparazione civile, spiega il giornale, aveva già un vasto programma di aiuti che non si concentrava solamente sulla consegna di indumenti e per questo che in quel campo i provvedimenti erano stati pochi. Anche gli aiuti provenienti dall'Unione Femminile, che era nata con il solo scopo di raccogliere lana e indumenti per i soldati da inviare per l’inverno, non erano arrivati a sufficienza per un buon motivo. Il lavoro del comitato, infatti, era stato encomiabile tanto «da tenere uno dei primi posti, se non addirittura il primo, fra i Comitati della provincia di Novara». Ma questi indumenti, secondo il principio costituente del comitato, erano stati inviati principalmente a quei soldati che avevano fatto parte del presidio di Vercelli. «Essa – spiega il giornale – era mossa da un sentimento generoso di solidarietà non solamente verso i suoi concittadini, ma anche verso i suoi ospiti. E se in tutti i centri d’Italia si fosse fatto così, tutti i soldati al fronte avrebbero avuto il loro pacco di indumenti». Ma siccome questo non era accaduto, molti soldati vercellesi erano rimasti senza indumenti. Le spedizioni, sottolinea il giornale, stanno continuando e aumentando di peso «Sono più di 9000 indumenti- sottolinea La Sesia – che vennero spediti, e spedizioni supplementari si stanno ancora facendo», ma questo non basta, spiega ancora il giornale liberale che fa appello ai due comitati e alla cittadinanza, in modo che siano aumentati gli aiuti. «Questo rinnovato slancio, di solidarietà sarà il più fervido augurio per le feste natalizie ai soldati che dovranno passarle in trincea, ed in quel giorno sacro alle più liete e dolci espansioni, essi, pensando alla loro cara città con nostalgico desiderio, associeranno all'evviva all’Italia il suggestivo e caldo evviva che viene dal più profondo dell’anima loro: evviva Vercelli».

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