Baraccamenti invernali (fonte www.14-18.it) |
Dall'inizio della guerra molte lettere
erano giunte alla redazione della Sesia dal
fronte della guerra, che raccontavano la vita e le imprese dei soldati
vercellesi negli scenari di guerra oltre a ringraziare i comitati e le Unioni
femminili «Pro Soldati» per tutti gli invii di indumenti invernali e gli aiuti
che vengono portati al fronte: «Sono lettere piene di entusiasmo – racconta il
giornale vercellese – e di sentimenti della più affettuosa, devota
riconoscenza: parole di bontà, espressioni di gioia, slanci di gratitudine,
provocati negli animi generosi dei nostri bravi soldati dalla prova di gentile,
fraterna, affettuosa solidarietà dei propri concittadini, della loro diletta
Vercelli» (La Sesia, 14 dicembre ’15).
Ma da qualche tempo, informa il
giornale, il tono delle lettere ha iniziato a cambiare. Non ci sono solamente
missive di ringraziamento ma anche quelle di soldati «che si lagnano di essere
stati dimenticati, di non aver ricevuto nessun indumento per la fredda
stagione, mentre ne ricevettero i loro compagni di altre regioni». Una di queste,
proveniente dai “Soldati Vercellesi sconosciuti della ** batteria d’assedio” viene
riportata per intero dal giornale. «Dalle più alte ed aspre nevose vette del
Trentino – dice la lettera – un gruppo di artiglieri Vercellesi puro sangue,
che combattono col medesimo entusiasmo dei loro compagni, più fortunati, difesi
dal freddo con gli indumenti di lana loro inviati dal Comitato Vercellesi – e assicurano
che essi – dimenticati cittadini Vercellesi, sapranno fare il loro dovere di
soldati d’Italia, anche senza tanti incitamenti dai loro concittadini».
Natale al fronte (fonte www.14-18.it) |
Fronte alpino (fonte www.14-18.it) |
Quali erano stati i motivi di quella
dimenticanza? Il comitato di preparazione civile, spiega il giornale, aveva già
un vasto programma di aiuti che non si concentrava solamente sulla consegna di
indumenti e per questo che in quel campo i provvedimenti erano stati pochi.
Anche gli aiuti provenienti dall'Unione Femminile, che era nata con il solo
scopo di raccogliere lana e indumenti per i soldati da inviare per l’inverno,
non erano arrivati a sufficienza per un buon motivo. Il lavoro del comitato,
infatti, era stato encomiabile tanto «da tenere uno dei primi posti, se non
addirittura il primo, fra i Comitati della provincia di Novara». Ma questi
indumenti, secondo il principio costituente del comitato, erano stati inviati
principalmente a quei soldati che avevano fatto parte del presidio di Vercelli.
«Essa – spiega il giornale – era mossa da un sentimento generoso di solidarietà
non solamente verso i suoi concittadini, ma anche verso i suoi ospiti. E se in
tutti i centri d’Italia si fosse fatto così, tutti i soldati al fronte
avrebbero avuto il loro pacco di indumenti». Ma siccome questo non era
accaduto, molti soldati vercellesi erano rimasti senza indumenti. Le
spedizioni, sottolinea il giornale, stanno continuando e aumentando di peso
«Sono più di 9000 indumenti- sottolinea La
Sesia – che vennero spediti, e spedizioni supplementari si stanno ancora
facendo», ma questo non basta, spiega ancora il giornale liberale che fa
appello ai due comitati e alla cittadinanza, in modo che siano aumentati gli
aiuti. «Questo rinnovato slancio, di solidarietà sarà il più fervido augurio
per le feste natalizie ai soldati che dovranno passarle in trincea, ed in quel
giorno sacro alle più liete e dolci espansioni, essi, pensando alla loro cara
città con nostalgico desiderio, associeranno all'evviva all’Italia il suggestivo e caldo evviva che viene dal più profondo dell’anima loro: evviva
Vercelli».
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