A causa dell’alto numero di caduti al fronte, nonostante le
affermazioni dei mesi precedenti fatte dai governanti, si rese necessaria una
nuova chiamata alle armi. Furono richiamati ragazzi di tutti i distretti del Regno, sia di prima
che di seconda categoria, così suddivisi: classe 1888 granatieri; classe 1887 fanteria
di linea, alpini e granatieri; classe 1886 telegrafisti del Genio, fanteria di
linea e alpini; classe 1885 bersaglieri, zappatori del Genio, pontieri del
Genio (eccettuati i lagunari), artiglieria da campo e da fortezza; classe 1884
artiglieria da campagna e artiglieria pesante campale. Furono richiamati anche
gli abili delle classi 1876 e 1877 per la fanteria, che aveva subito le perdite
maggiori, granatieri e bersaglieri.
Da queste disposizioni erano dispensati coloro che
lavoravano presso l’amministrazione ferroviaria del Regno, presso
l’Amministrazione telegrafica e postale dello Stato e presso gli stabilimenti
militari, dato che svolgono già attività che indirettamente sono coinvolte con
la guerra e che servono a garantire il corretto e fluido svolgimento delle
comuni e quotidiane attività produttive e di collegamento del Paese, per quanto
possibile.
Tutti gli inabili al servizio sul campo di battaglia
venivano ugualmente arruolati, benché naturalmente non assegnati a compiti al
fronte. Essi furono impiegati in lavori sedentari secondo le proprie attitudini
e furono raggiunti da coloro che erano considerati temporaneamente inabili al
servizio sedentario e avessero trascorso il periodo di convalescenza necessario
almeno per ottenere l’idoneità a tali servizi lontani dal fronte. Non fu più
considerato possibile, infatti, pronunciare dispense alla chiamata in sede di
rassegna delle reclute, visto il grave momento di crisi.
Le famiglie di tutti questi richiamati avrebbero potuto
usufruire degli aiuti economici, stabiliti dalle singole commissioni comunali,
di sostegno alle famiglie dei richiamati.
Sempre in questo periodo si procedette alla revisione dei
riformati delle classi 1892, 1893 e 1894. Scopo di questa revisione era
l’inclusione dei giovani nella seconda o terza categoria per il reclutamento.
Chiunque non si fosse presentato agli uffici territoriali di
reclutamento o di revisione sarebbe stato considerato renitente e, se
identificato, condannato all’invio immediato al fronte.
Prezzi del grano
d’importazione
Il Consorzio Granario Provinciale comunicava ai sindaci il
prezzo e le modalità di acquisto di grano e farine: il grano estero poteva
variare da 40 a 43 lire al quintale, mentre la farina di frumento era venduta a
32,50 lire al quintale. Il pagamento di queste derrate doveva essere anticipato
e a questo si aggiungevano 0,05 lire per ogni quintale “a titolo di nolo tele
per un mese”; in caso di mancata restituzione dei sacchi di tela entro il mese
successivo l’acquisto sarebbero state addebitate 1,50 lire per ogni sacco.
La Banca di Novara si fece promotrice di aiuti per i comuni
che intendessero acquistare il grano dal Consorzio, che aveva un prezzo
vantaggioso, ma aveva lo svantaggio delle grandi quantità, a scapito
dell’acquisto da venditori privati.
Da il Biellese del 10 novembre 2015
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